giovedì 25 agosto 2016

Leggo, condivisa da un sacco di gente sui social, la proposta di destinare il jackpot del Superenalotto ai terremotati. A me pare una sciocchezza, scritta da qualcuno che ha pensato bene di farsi un po' di pubblicità (politica ovviamente, e a quanto leggo bipartisan, dal Pd a Fratelli d'Italia) sulla pelle dei poveretti, e che ha attecchito sulla sensibilità di molte persone, inconsciamente convinte di perorare la causa dei più deboli ma forse non così attente a ragionare per un momento su ciò che stavano condividendo...

Il progetto, a quanto leggo, sarebbe questo: "blocchiamo il concorso e destiniamo i 130 milioni alla ricostruzione". Bloccare il concorso? Per quanto? Con che ricaduta sull'appeal verso i giocatori? Con che autorità verso una azienda privata e quotata in Borsa il cui fatturato dipende dalla raccolta delle giocate?

Sappiate che il jackpot, ovvero quei 130 milioni destinati al vincitore del 6, è soltanto una piccola percentuale degli incassi realizzati con le giocate. Più nel dettaglio, il montepremi riservato alla categoria di vincita più alta rappresenta circa l'11% delle giocate raccolte al Superenalotto (questo dopo le recenti modifiche "migliorative" apportate al gioco, prima il valore era più basso). Dunque, per generare quell'importo sono stati giocati, nell'ultimo anno (il "6" manca da 13 mesi, mi pare), circa 1,2 miliardi di euro (i conti sono approssimativi, a titolo di esempio), più o meno metà dei quali sono finiti, direttamente o indirettamente, nelle casse statali. Fanno 600 milioni di euro, ovvero circa 50 milioni di euro al mese che gli italiani hanno regalato allo Stato per alimentare il sogno di portarsi a casa, un giorno, il jackpot (su cui, per inciso, al momento della vincita lo Stato si tratterrà il 6% come imposta, ovvero altri 7,8 milioni circa...). Un flusso di denaro importante (e probabilmente crescente se anche il jackpot continuerà a crescere), che lo Stato utilizza (o almeno dovrebbe farlo) anche per finanziare i servizi pubblici tra cui quelli assistenziali. Interrompere la raccolta delle giocate per un beneficio immediato potrebbe in definitiva causare un effetto controproducente.

E poi, diciamocela tutta. Sapete quanto ha incassato lo Stato nel 2015 dal settore dei giochi a scommessa? Ottomiliardieottocentomilioni, o se preferite 8.800.000.000 €. Davvero c'è bisogno dei 130 milioni di euro del jackpot per aiutare la popolazione del Lazio, oppure è solo l'ennesima occasione sprecata da qualche politico per stare zitto e darsi da fare in altro modo, magari approvando quella legge per il taglio agli stipendi dei parlamentari, che invece è stata respinta nelle scorse settimane, o rinunciando ai 40 giorni di ferie estive pagate e devolvendo il corrispettivo ai terremotati?
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