lunedì 6 gennaio 2014


Una speleologa si infila in un anfratto


La foto delle dotazioni che vengono offerteParlando di Sardegna e di turismo, viene naturale pensare subito al mare, alle spiagge, alla natura selvaggia, elementi che rendono l'isola una meta straordinaria per le vacanze estive.
Visitandola, però, si scoprono altri spunti di interesse che la Sardegna sa regalare a chi la esplora, ed oggi voglio raccontarvi un'opportunità particolare di divertimento che abbiamo scoperto, quasi per caso, la scorsa estate nella zona di Fluminimaggiore.

Una guida ogni tre persone
Una guida a disposizione ogni 2-3 persone
Ci si trova in una zona di grotte sotterranee, formatesi nel corso dei millenni in un terreno ricco anche di materie prime (come dimostra la presenza di diverse miniere estrattive). A pochi chilometri dal centro abitato di Fluminimaggiore, lungo la SS 126 in direzione sud, si può trovare la deviazione per la grotta di Su Mannau. Qui vengono proposte visite guidate di circa un'ora che consentono ai turisti di esplorare la prima parte della grotta, sfruttando una serie di comode pedane che creano una agevole camminata. Per chi non si accontenta, ed ha uno spirito più avventuroso, c'è però una possibilità molto più intrigante: il "battesimo" speleologico! Grazie alla collaborazione ed alla estrema professionalità delle guide speleologiche della Federazione speleologica sarda, infatti, è possibile quasi per chiunque prendere parte ad una vera escursione speleologica negli anfratti più reconditi della grotta.

Appena scoperta questa possibilità, abbiamo voluto provare l'emozione, e ci siamo iscritti all'escursione del giorno successivo: la prenotazione è indispensabile, e bisogna avere la fortuna che, in un dato giorno, vi sia il numero di persone adatto per la realizzazione della discesa, né troppe (altrimenti rimarreste esclusi), né troppo poche.

Ci si ritrova di buon mattino all'ingresso della grotta, dove si viene dotati di tutto ciò che serve per l'escursione: stivali, tuta, elmetto con lampada, imbragatura ed accessori per muoversi all'interno della cavità naturale. Entrati nella grotta, si supera il primo ambiente, quello attrezzato con le passerelle per le visite "tradizionali", e ci si immerge nella vera attività dello speleologo, tra discese in cordata, risalite con la forza delle braccia e l'aiuto delle attrezzature apposite, strisciate attraverso angusti passaggi rocciosi ed esili scale in ferro. Il tutto alla luce soltanto delle fiammelle del gas acetilenico dei caschetti (o delle luci a led che le sostituiscono in qualche caso), con la presenza sempre rassicurante delle guide che ci accompagnano, generose di insegnamenti su tutto ciò che ci circonda. L'ambiente è silenzioso, soltanto lo stillicidio delle gocce è udibile; la temperatura è gradevole, specie in estate, dato che l'ambiente si mantiene intorno ai 16 gradi tutto l'anno, ma la fatica si fa sentire e ben presto ci si ritrova sudati per gli sforzi.

Uno dei laghetti che si possono osservare nella visita speleologica
Una delle meraviglie della natura osservabili
I percorsi proposti per l'escursione sono tre, differenti per la lunghezza e conseguentemente per la durata. Noi ci siamo accontentati del più "breve", stimato in 4-6 ore di durata, e possiamo dire che ci pare già più che sufficiente per la prima esperienza: alla fine siamo rimasti in grotta per oltre 5 ore, abbiamo percorso quasi un chilometro nel cuore della terra, e verso la fine gambe e braccia imploravano pietà, nonostante non fossimo proprio digiuni di preparazione fisica.





Uno stretto passaggio nelle grotte
Un passaggio impervio
Siamo usciti dalla grotta (tra gli occhi un po' stupiti dei visitatori che stavano per iniziare la visita "classica") con le mani ed il volto infangato, ma con un entusiasmo difficilmente raccontabile, che ancora ci torna quando ripensiamo a quel giorno di settembre. Grazie anche alla competenza delle Guide, che vogliamo ancora ringraziare, abbiamo vissuto un'esperienza indimenticabile, vedendo per la prima volta una grotta, è proprio il caso di dirlo, sotto una luce diversa, quella flebile dei caschetti, che abbiamo anche spento nella cosiddetta "sala del Sonno" per sperimentare la sensazione del vero buio assoluto. Ci siamo divertiti davvero tanto, e per questo vogliamo consigliare a tutti questa escursione, anche come riconoscimento verso chi mantiene in vita questa attività grazie alla propria passione (le Guide speleologiche sono infatti volontarie e mettono a disposizione il proprio tempo per accompagnare i visitatori).

Le escursioni speleologiche di Su Mannau sono un'altra dimostrazione di quante risorse l'Italia può offrire al mondo nell'ambito del turismo, vera ricchezza di questa nazione. E forse ancora una volta cresce il dispiacere per l'incapacità di sfruttarle fino in fondo, ciò che permetterebbe al nostro Bel Paese di sopravvivere alla crisi e di rilanciarsi nel migliore dei modi.

1 commenti:

  1. Qui da noi a Trieste avrei solo l'imbarazzo della scelta su grotte da esplorare e società speleologiche. Ho pure il cugino di mia moglie che è istruttore speleo... Eppure andare sottoterra (escluse le grotte "facili") non mi ha mai attirato. Da ragazzo avevo pure imparato ad usare i vari sistemi per calarsi e risalire lungo le corde ma sempre all'aperto...

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